ROSSANO VACANZE

venerdì 29 gennaio 2010

Presentato al Paolella l'ultimo romanzo di Rolando Rizzo

Dopo il successo di Cosenza, anche Rossano, nell’ambito di “Incontri d’autore”, ha decretato la riuscita della presentazione del corposo libro (ben 330 pagine) “Il viaggiatore.
Dal Colognati all’Arno. Villa Aurora” del romanziere Rolando Rizzo, edito da Ferrari, che si sta imponendo all’attenzione nazionale. La manifestazione, coordinata dal giornalista e scrittore Pier Emilio Acri, organizzata da Koinè, dalla Fidapa (sezioni di Cosenza e Rossano), dalla sezione cosentina della Società Dante Alighieri e dal Centro Sudi Musicali di Rossano, con il patrocinio dei Comuni di Cosenza e Rossano, ha avuto luogo nel teatro Paolella, nel centro storico de “La Bizantina”, presente numeroso e qualificato pubblico e Autorità civili e militari. Particolarmente apprezzate le letture di brani affidate agli affermati poeti Giuseppe Blefari ed Eugenio Nastasi e gli interventi musicali del giovane pianista Lorenzo Bevacqua (al sesto anno del Conservatorio di Cosenza col m° Pellegrino, presentato dal m° Pino Campana). Dopo i saluti di Antonella Converso, assessore al Turismo, Spettacolo del Comune di Rossano e di Antonietta Perna Ferrari, presidente della sezione rossanese della Fidapa, che hanno dato risalto al valore del libro in questa società e dell’impegno dell’Editore Ferrari, il critico letterario Gennaro Mercogliano ha dato prova del suo valore con una relazione unanimemente apprezzata, tracciando i due aspetti, umano e letterario, dell’opera di Rolando Rizzo: un viaggio nel tempo e nella coscienza condotto nelle forme più vive del realismo. L’editore Settimio Ferrari si è complimentato con l’autore “perché ci ha fatto conoscere l’altra faccia di Rossano”, mentre Mario Massoni, presidente della “Roscianum”, ha saputo far riflettere sui collegamenti fra i vari capitoli. Il sindaco di Rossano Francesco Filareto ha saputo ben inquadrare la figura di Rizzo “concittadino della diaspora che, partito con la speranza nel cuore da Rossano” ha saputo avere successo nella vita perché guidato da due elementi: fede e cultura. Rolando Rizzo, compiaciuto per l’interesse destato fra la gente, ha manifestato il suo progetto letterario sfociato nei primi due romanzi, con il “mulino sul Colognati” dedicato all’infanzia a Rossano, con “Il viaggiatore” consacrato alla giovinezza. Rizzo ha annunciato che, sempre con Ferrari, pubblicherà il terzo romanzo attraverso il quale affronterà il problema della vita, della decadenza, della morte, quale conclusione di ogni itinerario terreno dell’uomo
www.calabriaonline.com

giovedì 28 gennaio 2010

A Rossano dieci terroristi internazionali

"A breve arriveranno in Calabria circa dieci terroristi internazionali che saranno ospitati nella casa circondariale di Rossano".
La notizia è contenuta in una nota del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria. "L'organico del carcere - precisa la stessa nota - sarà integrato con 12 nuovi agenti. L'individuazione dell carcere di Rossano - è quanto afferma il segretario generale aggiunto del Sappe, Durante - deve consentire anche di stanziare risorse per rafforzare i sistemi di sicurezza del penitenziario".

mercoledì 27 gennaio 2010

La Cattedrale

La Cattedrale (Santuario) E' dedicata all’Achiropita, un affresco pietrale della Madonna, che per tradizione e significato della parola vuol dire “fatta non da man umana”. La sacra icona, la cui origine è da collocare tra il 580 e la prima metà del sec VIII, è l’immagine della madre di Dio (Theotocos), che regge sul braccio sinistro il bambino, protegge e guida Rossano ed i suoi abitanti: è una pittura bella, di intensa spiritualità, nella quale il sacro si fa arte dentro vibrazioni e suggestioni orientali e bizantine. L’Achiropita è il cure pulsante dell’antica città e della fede devozionale del popolo. Attorno ad essa, in funzione coreografica ruota una ricca galleria d’arte sacra che attraversa e ripercorre la storia di circa 15 secoli della Chiesa madre e dell’Arcidiocesi di Rossano: i resti dell’originario Oratori dell’Eremita Efrem, alla cui vicenda è legata la vicenda dell’ Achiropita; parte dal pavimento musivo, risalente al tempo della piccola edicola nella nuova Cattedrale della città (sec XI); l’imponente impianto architettonico a tre navate e tre absidi , il campanile ed il fonte battesimale trecenteschi; il portale originario ed il rivestimento in pietra di Cipro dell’Icona Achiropità neo-gotici del 400; le4 cappelle laterali settecentesche; i tetti lignei dorati a cassettoni del 6 – 700; le tele e le opere marmoree barocche e settecentesche; il grande organo a canne del 1622.

venerdì 22 gennaio 2010

RINNOVATI I CENTRI PER LE FAMIGLIE

E’ stato aggiudicato, anche per l’anno 2010, il servizio sociale dei cinque Centri per le Famiglie di Rossano, avviati negli anni scorsi e finanziati con D.Reg. 309/2006.

Come detto in precedenza i Centri per la Famiglia, ubicati nel centro Storico, nelle contrade di Piragineti e Amica e a Rossano scalo (2), sono degli spazi sociali polivalenti, integrati, che permettono alle famiglie di fruire di servizi diversificati. Servizi che rispondono alle loro esigenze di flessibilità, di condivisione, di interazione con gli altri genitori.

Più specificamente i Centri per la Famiglia, aperti al pomeriggio, favoriscono la socializzazione, l’affettività, il confronto fra culture e generazioni. Aiutano l’interazione fra giovani e anziani che trasmettono alle nuove generazioni esperienze, valori, tradizioni, ormai dimenticati grazie alla massificazione che spersonalizza i rapporti. I centri prevedono anche attività di quartiere e assistenza domiciliare.

Il prosieguo dei tale servizio si aggiunge, alle borse lavoro, appena aggiudicate, ai diurni per i diversabili, alla promozione dei bonus per i ceti bisognosi e a tante altre misure sociali adottate da questa Giunta di centro sinistra, che ha fatto di Rossano un Comune “pilota” anche nel settore delle politiche sociali.


Un altro progetto, programmato nel Piano degli Interventi e attuato che migliore la qualità della vita degli “invisibili”. Una altra azione amministrativa promessa e mantenuta.

www.calabriaonline.com

venerdì 15 gennaio 2010

13 nuovi arbitri in Calabria premiati nella sezione di Rossano, due sono donne


Due mesi di corsi che hanno premiato tredici nuovi arbitri nella sezione Antonio Celestino di Rossano.
Il 3 gennaio scorso, infatti, si è concluso il Primo corso nazionale di fischietti organizzato dal presidente Marcello Nicchi.
A distinguersi sul campo anche due donne, entrambe laureate, di cui una mamma di un bimbo. Tra i neo arbitri un assistente universitario della facoltà d'Ingegneria Unical. I neo arbitri promossi nel recente esame sono Rosalia Ruffo, Emanuela Converso, Simone Romeo, Giovanni, Paolo e Tiziano Tomei, Giovanni Galina, Giuseppe Tiani, Domenico Salatino, Gianluca Basile, Pierfrancesco Gencarelli, Francesco Parise e Luca Marucci.
Ai tredici nuovi giudici di gara saranno a breve consegnate le divise come fanno sapere dalla sezione A.I.A. il cui presidente Luigi De Gaetano ha fatto sapere che e’ la seconda volta che durante l’anno appena concluso organizziamo il corso per arbitro di calcio ( questa volta nazionale) e siamo soddisfatti per il numero di partecipanti, ritengo che tale risultato premi la credibilità ed il risalto di immagine dell’intera Sezione rossanese, punto di riferimento di aggregazione giovanile non solo della città che ci ospita ma dell’intero hinterland di competenza. In soli tre anni siamo riusciti ad avviare verso questa disciplina circa settanta cinque nuovi arbitri.
Angela Mendicino


mercoledì 13 gennaio 2010

Santuario di Santa Maria del Patire

Il Santuario di Santa Maria del Patirion fa risalire le sue origini al 12° secolo: la sua fondazione fu opera del Beato Bartolomeo da Simeri; questi seppe coniugare, all’interno del complesso monastico, il lavoro agricolo con un’intensa attività artistica e culturale di trascrizione e di ornamentazione dei codici. Grazie al suo operato, il Santuario conobbe un momento di fioritura sia economica che culturale, oltre che spirituale: ma, in seguito, giunse la decadenza. La chiesa subì, nel corso dei secoli, numerosi rifacimenti e restauri: il primo nel 1672, per volere del cardinale Carlo Barberini. Altri nel 1705 e nel 1775: durante questi ultimi lavori si pervenne alla realizzazione di un nuovo altare di marmo sul quale venne collocata l’icona quattrocentesca della Vergine Odighitria. Nel 1921, ad opera del Valenti si provvide al restauro del mosaico pavimentale. Nel complesso, la chiesa può considerarsi ben conservata; poco rimane, invece, del chiostro e delle fabbriche abbaziali a nord della chiesa. La chiesa è un edificio di proporzioni contenute, costruito con pietrame e frammenti di laterizio. Al centro si apre il portale, che ha un andamento ad arco ed è fiancheggiato da due colonnette con capitelli decorati. Due oculi sormontano l’ingresso; ai lati, in corrispondenza delle navatelle, si aprono due finestre monofore ad arco a tutto sesto. Interessanti sono i due portali: il portale Meridionale è il più elaborato, con due colonne incassate nella muratura che sostengono, tramite capitelli decorati, due mensole; e il portale Settentrionale, affiancato da due colonnette. L’interno della chiesa è semplice: a pianta basilicale, esso consta di tre navate divise da quattro archi a sesto acuto, i cui sostegni sono costituiti da colonne cilindriche in muratura. Oltrepassando un arco trionfale ad ogiva si entra nella zona presbiteriale. Il presbiterio è delimitato da quattro colonne e articolato in tre vani absidati. Sensazionale è il mosaico, purtroppo pervenutoci solo in parte: simile ad un grande tappeto di matrice orientale, presenta fregi di foglie stilizzati - che incorniciano la scritta - e quattro grossi medaglioni entro i quali sono rappresentati un liocorno al galoppo, un centauro, un felino mostruoso e un grifone rampante.

www.calabriaonline.com

Santuario della Madonna Achiropita

La Santuario della città di Rossano è dedicato al culto della Madonna Achiropita. Tale culto si riferisce alla forte devozione dei rossanesi verso l’icona pittorica della Vergine, realizzata tra il 580 e la prima metà dell’8° secolo. Achiropita vuol dire letteralmente “non dipinta da mano umana": l'immagine raffigura la Madre di Dio mentre regge sul braccio sinistro il Messia bambino; La Chiesa Madre è una vera e propria galleria d'arte sacra, che attraversa e ripercorre una storia lunga ben 15 secoli. In essa si possono mirare: i resti dell’antico Oratorio dell’eremita Efrem, alla cui vicenda è legata la leggenda del ritrovamento della tela della Madonna Achiropita; un grande organo a canne del 1622; i resti del pavimento musivo dell’11° secolo e tele ed opere marmoree barocche – come l’altare dell’Achiropita, in marmi policromi – e settecentesche – quali il pulpito monumentale e le balaustre. L’edificio è a tre navate e tre absidi; il campanile e la fonte battesimale risalgono al Trecento; neogotici sono il portale originario e il rivestimento in pietra di Cipro dell’icona dell’Achiropita. Le cappelle laterali sono seicentesche, così come i tetti dorati lignei a cassettoni

www.calabriaonline.com

martedì 12 gennaio 2010

Itinerario Montalto - Luzzi - Bisignano - S. Demetrio - S. Cosmo - Vaccarizzo - Corigliano - Patirion - Rossano

Cosenza - Montalto - Luzzi - Sambucina (A3+559: km. 33 o 53, ore 1:30 o 2:30*)Luzzi - Bisignano - S. Demetrio Corone (S. Prov.: Km. 37, ore 1:30)S. Demetrio - S. Cosmo - Vaccarizzo - Corigliano (S. Prov. +106: Km. 36, ore 2:30)Corigliano - Patirion - Rossano (106+177: Km.33, ore 2:30) Si consiglia, dato il numero di località di elevato interesse comprese in questo itineraro, di dividerlo in due tappe, pernottando eventualmente a Rossano Lido.Imboccando l'autostrada A3 in direzione nord, si percorre la valle del Crati, direttrice principale di innumerevoli migrazioni e, come tale, luogo di svariate scoperte archeologiche. A poco più di 14 chilometri, si esce dallo svincolo per Montalto-Rose; volgendo a sinistra, può raggiungersi Montalto Uffugo, con un aumento di percorrenza di 20 km. L'Uffugum ricordata da Tito Livio, e la cui ampia piazza del mercato dalla quale si gode una bella veduta sulla valle del Crati fu teatro nel 1562 dell'orrendo massacro dei Valdesi, sorge a 468m. e conta 11.940 ab. Sono interessanti la Chiesa di S. Maria della Serra, dalla incompiuta facciata di gustoso stile barocco (sec. XVII-XIX: Giovanni Calì- attribuzione: Mario Borretti), con statua lignea della titolare di stile gotico, e la Chiesa di S. Francesco di Paola ove è un tradizionale ritratto ritenuto coevo del Santo (ca. 1482) mentre nella cappella Alimena (1500) era la tela S. Martino opera di Mattia Preti (oggi a Bologna?). Degne di nota, ancora, le altre chiese (sec. XV) di S. Domenico, di S. Chiara e di S. Antonio, ove figura una tela, "Madonna in gloria", di Ippolito Borghese (ca. 1610). Montalto fu anche sede di un'Accademia (sec. XVIII) e, come curiosità storica, ricordiamo infine che un fatto di sangue colà avvenuto diede al Leon-cavallo, che vi aveva assistito da ragazzo, l'ispirazione per la famosa opera lirica "Pagliacci" (1892). Caratteristici sono i festeggiamenti della Madonna delle Grazie (luglio), la processione "la Turba" con la rappresentazione della Passione (28 marzo) e quella del Corpus Domini (2 giugno). Sullo stesso tratto della S.S. 19 è anche il bivio per Rose (m. 435, ab. 4.557), patria del giurista Gaetano Argento (1680-1728). Volgendo, invece, a destra dello svincolo autostradale, dopo breve percorso è il bivio per Luzzi (m. 375, ab. 10.564), probabilmente l'antica Tebe Lucana. Qui, Chiesa di S. Giuseppe con marmo tombale paleo-cristiano proveniente dalle catacombe romane, tela di S. Gennaro di Andrea Vaccaro (ca. 1640), in deposito al L.R.S., e reliquie di S. Aurelia Marcia. Proseguendo sulla S. 559 per la Sila, a circa 6 Km. dall'abitato si trova l'Abbazia cistercense della Sambucina. L'archincenobio sorge a 850 m., e fu importante centro di vita monastica e artistica (sec. XII-XV) e dimora di personaggi celebri, dall'abate Giocchino da Fiore a Pietro Lombardo (il Magister sententiarum). Nell'abside del tempio, affresco della Vergine (primi '500). Ciò che si vede oggi, è comunque solo una piccola parte della costruzione originaria, franata a valle nel 1569; la facciata fu ottenuta, nel sec. XVII, tamponando l'ultima arcata della navata centrale, che si estendeva, con le due laterali (della sinistra è visibile un arco), per una ventina di metri ancora in avanti. Ritornati a Luzzi, si prende la S. Prov.le che, varcato il fiume Mucone, conduce a Bisignano. Il paese (m. 350, ab. 10.179) era già noto sin dai tempi delle lotte annibaliche.

E' sede vescovile. Cattedrale in forme normanne, ricostruita nel XIV secolo, con interessante portale tardogotico in pietra, e rifacimento barocco del roglianese Mangerio (sec. XVII: attribuzione Mario Borretti); l'interno, rimaneggiato, conserva un fonte battesimale del sec. XV. Nella Chiesa dei Riformati (sec. XIII), altro portale aragonese, chiostro a tipo monastico ogivale del XIV secolo, grande crocefisso ligneo del siciliano Fra' Umile da Petralia (Gianfrancesco Pintorno, 1580-1639), statua marmorea della Madonna, di scuola gaginiana, e tela "S. Daniele confortato da Angeli" di scuola di Luca Giordano (fine '600, G. Simonelli?). Nella Chiesa di S. Domenico, tela "Presentazione al tempio" dell'ambiente del napoletano Laurito (sec. XV-XVI), in fase di restauro, così come la chiesa di S. Francesco di Paola, con soffitto ligneo del sec. XVIII e cappella Sanseverino con affreschi. Va segnalato l'artigianato bisignanese, che ha la sua massima espressione nei liutai, i De Bonis di fama ormai universale. Nel territorio (contrada "Grifone"), vicino all'A-3 e visibile dalla strada, il misterioso "Cozzo Rotondo",tumulo forse sepolcrale tuttora inesplorato ma provvida occasione per convegni, tavole rotonde, etc. Da Bisignano, si segue la S. Prov. (sfortunatamente disagevole per diverse zone franose) e che, superato il torrente Duglia, continua quasi sempre a mezza costa su una serie di collinette montagnose, formanti il gruppo della pre-Sila "Greca". Si giunge quindi, dopo 15 Km., a S. Sofia d'Epiro (m. 550, ab. 2.679), paese abitato da oriundi albanesi, e che conserva riti e costumi tradizionali che in alcune particolari solennità civili e religiose assumono indimenticabili aspetti di colore orientale; nella chiesa, recentemente sono stati rifatti, con gusto e proprietà, dall'artista greco specializzato Jannakakis, gli affreschi, di stile bizantineggiante. Continuando sulla stessa S. Prov., superato il bivio per Acri (sulla destra), a circa 10 Km. si trova S. Demetrio Corone (m. 520, ab. 5.038), con bella visita sulla valle del Crati. Al bivio conviene prendere a sinistra, trovando così all'entrata del paese la chiesa basiliano-normanna di S. Adriano. S. Demetrio, in cui nacque il patriota, letterato, Domenico Mauro (1812-1873) è il cento intellettuale degli Albanesi d'Italia, già sede di vescovado e del celebre Collegio Italo-Albanese fondato da Papa Corsini e dalla famiglia Rodotà dei Coronei (a S. Benedetto Ullano nel 1734, poi trasferito a S. Demetrio nel 1794). Gli abitanti sono bilingui. Annessa al Collegio, che è ormai in desolato abbandono ed avanzante degrado, si trova la notevole chiesa di S. Adriano, già monastero archimandritale fondato da S. Nilo nel 955, poi rimaneggiato in varie epoche, e che mostra nell'interno con colonne romaniche (come al "Patirion") splendidi elementi musivi sul pavimento e (probabile opera del sec. XII d'influenza jonico-greca), e paliotti in affreschi bizantini stucchi colorati sui tre altari barocchi (sec. XVIII) dell'abside, mentre è stata trafugata la conca ottagonale con coperchio in pietra calcarea di foggia paleo-bizantina (ritenuta del sec. XI), ed infine è stata spostata in altra chiesa la reliquia di S. Adriano (1531), la cui festività si celebra il 22 agosto. Nel centro si svolge, da anni, anche un Festival della canzone albanese.
Lasciato l'abitato oltre la località "Serra di S. Nicola", si costeggia la valle del Misòfato, con ampia veduta su tutti i paesi albanesi e sulla piana di Sibari; si giunge a S. Cosmo Albanese (m. 406, ab. 860), che presenta alcuni ruderi di un santuario basiliano, e poi a Vaccarizzo Albanese (m. 429, ab. 1.492) che ha due chiese entrambe dedicate alla Madonna di Costantinopoli ed officiate con rito greco e latino. Al bivio di S. Mauro, luogo di ritrovamenti archeologici, a breve distanza dalla S.S. 106, il palazzo della omonima fattoria fortificata di proprietà dei Principi di Bisignano, i Sanseverino (1515), ove fu ospite il sovrano Carlo V. Ha cortile quadrato, torrione d'ingresso, logge, ed altri ambienti d'interesse architettonico. Subito dopo, il bivio di Frasso per la S.S.106. La strada si svolge ora prevalentemente in pianura, e, dopo una diecina di chilometri, si arriva a Corigliano Calabro (m. 219, ab. 25.948). Il paese, in via di espansione negli ultimi decenni, è da secoli al centro di una vasta zona di fiorente agricoltura (a gennaio vi si tiene la "Sagra degli agrumi"). E' patria di Antonio Toscano, che il 13 giugno 1799, rinnovando l'epico gesto di Pietro Micca, fece saltare il forte di Vigliena, presso Napoli, opponendosi così all'avanzata dei "lazzari" del Cardinale Ruffo. Tra le chiese di Corigliano: in basso, la Chiesa del Carmine, con facciata a tre portali di gusto gotico, realizzati da artisti locali: è visibile lo stemma del Vescovo di Rossano, G. B. De Lagni (1493-1503); nelle lunette, tre affreschi del secolo successivo (1555); campanile in mattoni, nonché affreschi di Domenico Oranges (1744); in alto, S. Antonio di Padova, costruzione del XV secolo, con belle cupole e maioliche policrome: nell'interno mausoleo marmoreo di Barbara Abenante (1522), due grandi dipinti di seguace del Solimena (sec. XVIII: attribuiti a Leonardo A. Olivieri) raffiguranti "L'Immacolata" ed il titolare, bell'organo del '700, mentre non vi è più traccia dei mosaici del presbiterio; Chiesa di S. Pietro, ove era il dipinto su tavola della Odigitria, proveniente dall'abbazia di S. Maria del Patire, opera di schema bizantino del sec. XV, che reca sul lato opposto altra pittura con "Cristo in Croce fra i dolenti", e che oggi è nel Museo Diocesano di Rossano, e vi sono due tele di Nicola Menzele, "Madonna del Suffragio" e "Sacra Famiglia" datate 1763 e 1762, e due busti lignei di scuola napoletana del XVIII secolo, "S. Pietro e Paolo"; Chiesa dei Cappuccini, con vasto polittico dell'altare maggiore ed altro cospicuo gruppo di opere, dovute ad Ippolito Borghese (1607); Chiesa di S. Francesco di Paola, del '400 ma rifatta nel 1500, con resti di un polittico di Pietro Negroni, "SS. Trinità" (sec. XVI), ed un coro ligneo di Pasquale Pelusio (1782). Sull'abitato sovrasta la mole turrita del castello che fu dei Ruffo (sec. XV), successivamente trasformato, e che conserva elementi durazzesco-aragonesi (1490), grandi salone e cappella decorati ad opera di Perricci, Ferrari, Morelli, Varni, sec. XIX. Nel fortilizio, in cui nacque Carlo di Durazzo, sono conservati gli archivi Saluzzo e Solazzi (importanti famiglie che dominarono Corigliano dal sec. XVII al XIX). Seguendo la S.S. 106, sempre in direzione sud, dopo circa 6 chilometri s'incontra il bivio della strada che, attraverso un percorso breve (km. 6,7) ma tortuoso, conduce al Patirion. Su una spianata, a circa 600 m. d'altitudine, sono i resti del famoso convento basiliano fondato all'inizio del sec. XII da S. Bartolomeo da Simari. Dall'alto della solitaria propaggine silana, vista immersa sulla piana di Sibari, sino alla grande curva meridionale del golfo di Taranto, sul massiccio del Pollino, e sul boscoso fianco nord-est della Sila "Greca", nereggiante di pini. La chiesa è una costruzione, abbastanza ben conservata, di età normanna con aspetti decorativi esteriori di tipo siculo, interessanti mosaici pavimentali, ed un crocifisso ligneo del '500. Ritornati sulla S.S. 106, si imbocca dopo poco la S.S. 177, che porta, in una salita con vista bellissima su una grande distesa di argentei oliveti, a Rossano (m. 270, ab. 35.474). Già insigne città di fondazione romana, essa divenne nel X secolo il centro bizantino più importante della Calabria. Preziosi monumenti sono: S. Marco, chiesa dell'XI secolo a cinque cupolette (come la Cattolica di Stilo) e triabsidata, con tracce di affreschi raffiguranti la Madonna Odigitria; Panaghìa (sec. XII), altro edificio di suggestiva architettura bizantina, con tracce di affreschi ("S. Giovanni Crisostomo") ed altri elementi decorativi degni di nota; la Cattedrale, rifatta nel XVIII-XIX secolo in forme più progredite, e che nasconde sotto una profusione di marmi tracce della primitiva costruzione angioina (abside, finestroni, etc.), mentre la "Madonna Achiropita", oggetto di intenso culto popolare, è testimonianza di un'epoca ancora più remota (sec. X), così come i mosaici scoperti recentemente durante il restauro curato dagli ing. Leporace e Magorno: vi sono inoltre diverse, notevoli, tele di scuola napoletana del '600 e '700, ed altari e soffitto a cassettoni (fine '600) nelle navate laterali.
Annesso al palazzo arcivescovile, il Museo Diocesano. Vi sono conservati dei corali, opere di artigianato locale dei sec. XV-XVIII, tele e tavole come la già ricordata "Madonna Odigitria" del Patire e la "Pietà" firmata da Andreas Pavias, iconografo cretese della seconda metà del '400 argenteria sacra fra cui l'anello detto di S. Nilo (sec. XIII, proveniente anch'esso dal Patirion) ed il busto argenteo della patrona (Costanzo Merlino, orefice napoletano, 1768: attribuzione Raffaele Borretti),ed il famosissimo Codex Purpureus, codice membranaceo a caratteri onciali d'argento, su pergamena dipinta a Consta di 188 fogli, e contiene il testo greco dei vangeli di S. Marco e di S. Matteo, decorato con 16 grandi miniature, elaborate con gusto squisitissimo, e con alta proprietà del disegno e del colore. Meritano una visita, anche, le chiese di S. Bernardino (sec. XV), dal portale ogivale, con nell'interno il sepolcro di Oliverio di Somma (1536) e un bel crocifisso ligneo (sec. XVII), e quella di S. Nilo, con pregevoli parati del 1750. Si consiglia di vedere, infine, la parte antica dell'abitato (rione Penta) dove anticamente era situata al chiesa di S. Nicola del Vallone, con esempi di arte medievale. Nel mese di gennaio si svolgono tipiche manifestazioni popolari a carattere religioso, come la processione dei Re Magi, o la sagra dei "ciaramellari" (zampognari).

www.calabriaonline.com